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Troppa misericordia. Una supplica di Gotti Tedeschi al papa

Santità,

oggi, dopo aver sentito e letto tanti commenti sull’apertura dell’Anno Santo "della misericordia", ho letto questo passo del Vangelo di Giovanni:

"Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio" (Gv. 3, 14-21).

E riflettevo. È vero che la misericordia di Dio è infinita, in sé stessa. Ma quanto siamo noi certi che lo sia anche nei suoi effetti? Dio può perdonare sempre, infinite volte, ma siamo certi che ci perdonerà infinite volte?

Pensavo: Dio, pur essendo da sempre infinitamente misericordioso, ha permesso la dannazione dell’angelo ribelle e della sua schiera, e lo ha fatto al primo peccato da loro commesso.

E ho continuato a riflettere: è vero che Dio è misericordioso, ma è vero che è anche giusto, o no? Il famoso “timor di Dio“ non serviva a non illuderci di pensare di poter abusare della sua misericordia, continuando ad offenderlo?

Perché non si spiega anche questo? Ricordo a memoria alcune celebri sentenze.

San Basilio scriveva che riferirsi a Dio misericordioso e non anche giusto, significa ritenerlo complice delle nostre iniquità.

Sant’Agostino diceva che la mera speranza di misericordia ha ingannato e perso tante anime.

Sant’Alfonso Maria de' Liguori diceva che manda più anime all’inferno la certezza della misericordia di Dio che la Sua giustizia, poiché confidare temerariamente nella Sua misericordia, senza convertirsi e lottare contro il peccato, produce la perdizione.

"Deus non irridetur". Perchè dunque non insegnare che la misericordia di Dio sta nell’accogliere il peccatore pentito? È implicito, Santità ?

Con devozione, Suo

Ettore Gotti Tedeschi

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