I giudici: per il matrimonio «italiano» ci vogliono un uomo e una donna; Doveva sentenziarlo un giudice?
Il matrimonio contratto all'estero tra cittadini italiani omosessuali costituisce nel contesto delle norme nazionali un «atto abnorme - nel senso etimologico latino di atto fuori dalla norma» - perché manca la differenza di sesso tra gli sposi che nel nostro sistema di regole è condizione di validità. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale con la sentenza della terza sezione del 26 ottobre 2015 (presidente Giuseppe Romeo, consigliere estensore Carlo Deodato). Ne consegue che tutti gli ufficiali di stato civile - e non solo quindi quelli direttemente coinvolti dal caso specifico oggetto della decisione - non possono trascrivere l'atto per difetto della condizione relativa alla dichiarazione degli sposi di volersi prendere rispettivamente in marito e moglie prevista dall'articolo 64 comma 1, lettera e del Dpr del 3 novembre 2006 n. 396 (regolamento per la revisione e la semplificazione dell'ordinamento dello stato civile). L...