lunedì 27 novembre 2017

ESALTAZIONE DEL FEMMINICIDIO Violenza contro le donne


Mi rendo conto di rischiare il linciaggio se affermo, oltretutto come donna, che tutta questa montatura organizzata dai media per far credere che l’unico vero dramma da combattere sia il femminicidio, è infondata e pretestuosa. Davanti a una società intrisa di violenza, per qual motivo denunciare morbosamente solo il femminicidio, e non piuttosto, o almeno in ugual misura, altri fenomeni criminali quali: omicidio, suicidio, infanticidio, genocidio, ecc. dal momento che la violenza è in continuo aumento dappertutto e riguarda tutti gli esseri umani: uomini, donne e bambini di ogni età, categorie e situazioni. Anzi, l’ultima relazione del Ministero dell’Interno sulle attività delle forze di polizia nei reati di genere per l’anno 2014, afferma che il numero di vittime maschili è perfino maggiore del numero di vittime femminili (51,11% contro 48,89%).

Questo continuo martellare sul femminicidio presentando gli uomini come “cattivi”, che si accaniscono contro le donne che invece sono sempre “povere vittime innocenti” non fa altro che creare la guerra dei due sessi, maschile e femminile, con la conseguente demolizione della famiglia naturale fondata appunto sull’unione di un solo uomo con una sola donna, perché si comincia a guardare l’uomo con sospetto, con diffidenza, a tal punto da considerarlo una vera minaccia da cui difendersi, non certo un fedele compagno della tua vita. Ecco allora che vengono subito proposte le nuove alternative alla famiglia, quelle omosessuali, o trans o simili presentandole come il vero bene e il massimo dei rimedi.

Sappiamo invece che la vera famiglia è quella che ha retto l’umanità da sempre, che il vero amore, il perdono, la cura nella malattia, l’educazione dei figli…  si trovano soprattutto, se non esclusivamente in famiglia, e se adesso accadono cose brutali anche tra giovani e bambini semi-delinquenti è perché manca loro la famiglia, mamma e papà, e non genitore A o genitore B, quella famiglia che li sappia educare e soprattutto che li sappia amare. Alla fine di ogni discorso, è proprio e solo questo che manca all’umanità di oggi: l’amore, sostituito con il piacere istintivo e passeggero, il tornaconto, l’egoismo, che sfocia poi nella vendetta e nell’omicidio.  La gente non sa più amare perchè l’amore viene da Dio e se non si crede più in Dio, fonte dell’amore, diventiamo secchi, aridi, senza cuore e senz’anima, disposti a tutte le brutalità. In famiglia oggi non si prega più, non si insegna più ai bambini a farsi il segno della croce mattina e sera, a chiedere aiuto all’Angelo Custode e alla Madonna, i genitori non vanno più a Messa, unico baluardo contro le insidie del diavolo, non pregano più insieme almeno qualche Avemaria la sera e allora manca il carburante spirituale per sé e per gli altri e si diventa cattivi.

E’ vero comunque che delitti efferati contro le donne esistono, ed è altrettanto vero che, in paesi soprattutto di religione musulmana e induista-buddista, le donne, anche bambine, sono usate a piacere degli uomini che le ripudiano dopo averle sfruttate, e perfino le ammazzano con rituali così brutali da pensare a sacrifici satanici. Si tratta di costumi orribili accettati dal popolo e sanciti dalle loro leggi inique, e non di casi isolati di delinquenza, contro i quali nessuno degli altri Stati civili osa alzare la voce. 

Ma noi stiamo parlando della nostra realtà occidentale, ben diversa da quella orientale e pertanto dobbiamo avere il coraggio di andare alla radice di questi fatti “di casa nostra” con obiettività per porvi rimedio, avendo l’onestà di vedere anche quanta violenza si nasconde dietro un sorriso femminile che molte volte ha come scopo quello di corrompere l’uomo, magari portandolo via alla moglie rovinandogli la famiglia. Perché se è vero che gravissima è la colpa dell’uomo che abbandona la moglie e i figli, è altrettanto vero che dietro a quest’uomo traditore c’è sempre una donna perfida e ingannatrice che, dopo averne adocchiato il portafoglio, lo insidia e lo plagia a tal punto da portarlo via dalla legittima moglie e farlo finire sul lastrico, lui e tutta la sua famiglia. E questi casi sono ormai a migliaia. Svegliati uomo!

E quando la donna, adolescente ma anche matura, va in giro d’estate in mutande e canottiera provocando la sensibilità dell’uomo e anche la sua morbosità, forse che non gli fa violenza? E quando picchia i bambini all’asilo, o li ammazza nel suo grembo prima che vedano la luce, non fa forse violenza agli innocenti che ormai sono a milioni ammazzati dalle loro madri col consenso di medici e di chi ha firmato quella legge criminale sull’aborto? Mi spiace, cara donna, ma vige sempre immancabilmente la cosiddetta “legge del contrappasso”, anche se molte volte sono colpite donne innocenti.

E la violenza contro i bambini che è diventata legge con il gender? Una violenza criminale proprio perché realizzata non da parte di uomini isolati, pedofili o criminali, ma dallo Stato che diventa peggio di quegli orchi perché, con leggi inique, impone a creature innocenti sin dalle prime classi della scuola, a dubitare di sé stessi, della propria individualità e identità sessuale per cercare la felicità fuori di sé stessi, in una vita utopistica che non esiste, con esperienze sessuali precoci, sporche, rischiose e senza amore, che li inducono spesso anche alla pazzia o al suicidio. Senza dire della follia, afferma l’Ordine di medici e pediatri americani, che consiste nel somministrare agli adolescenti da parte dei genitori, farmaci pericolosissimi che bombardano il loro corpo di ormoni al fine di dare loro la possibilità di scegliere poi il loro sesso!  

Ma cosa pretendiamo di scegliere noi poveri mortali destinati a morire in pochi anni dopo aver sperimentato la precarietà di questa nostra vita piena di acciacchi e di tribolazioni? Scegliere noi il sesso che ci siamo trovato, per volontà di Dio, quando siamo nati, di cui dovremmo essere grati e gelosi come di un dono prezioso da difendere! Scegliere noi quando vivere o quando morire? Scegliere noi se essere uomo o donna, o diventare marziani, o bestie, o angeli o diavoli? Ma abbiamo perso davvero il ben dell’intelletto perdendo Dio, garante della nostra intelligenza sana e della nostra felicità. Abbiamo paura di contrastare il dominio dei potenti che ci impongono queste scelleratezze ma non abbiamo paura del giudizio di Dio?  Eppure i politici, ignorando colpevolmente queste voci allarmanti di esperti che mettono in guardia da questi gravi pericoli, continuano a rovinare in massa bambini innocenti con programmi scolastici allucinanti, facendo loro credere che la scelta del sesso è segno di libertà! E questa non è forse violenza? Tra le peggiori in assoluto perché “è meglio buttarsi in mare con una pietra al collo, piuttosto che scandalizzare uno di questi innocenti” dice Gesù nel Vangelo. E qui c’è ben peggio dello scandalo! Qui ci sono migliaia di vite rovinate per sempre.

Il silenzio è ormai complice. Dobbiamo reagire parlando, chiedendo giustizia e soprattutto pregando molto perché Dio, nostro Padre, creatore dell’uomo, della famiglia e anche della felicità che si realizza nella pienezza della nostra identità di figli di Dio come maschi o femmine, venga finalmente in nostro soccorso, perché ormai l’umanità è sull’orlo del peggior baratro che mai sia esistito. E quando dovesse mai capitare qualche calamità grave o segno dal cielo, non domandiamoci, stupiti, il perchè, ma cominciamo a batterci il petto chiedendo perdono a Dio per aver rifiutato lui e la sua legge d’amore.


Recensione libraria: “Sintesi del Tomismo. Sua attualità e suo valore”, di Don Curzio Nitoglia

L’Editore Effedieffe ha appena pubblicato il volume “Sintesi del Tomismo. Sua attualità e suo valore” di Curzio Nitoglia. [1]
In esso l’Autore
1°) dimostra che la vera essenza della filosofia tomistica si trova riassunta nelle XXIV Tesi del Tomismo(compilate dal padre Guido Mattiussi), perché esse – grazie alla distinzione reale tra essenza ed essere e con il concetto dell’essere quale atto ultimo e perfettissimo di ogni essenza- costituiscono l’ABC del vero Tomismo;
2°) spiega che il Tomismo, con il suo realismo della conoscenza (“conformità dell’intelletto alla realtà”) è diametralmente opposto al Modernismo, il quale è soggettivismo e relativismo filosofico/teologico: “Cogito ergo sum” (Cartesio) / “…ergo Deus existit” (kantismo modernista): la realtà creata e Dio Creatore sono un prodotto del pensiero umano;
3°) dimostra che il Tomismo, nel campo della conoscenza razionale di Dio, mediante il concetto filosofico dell’analogia applicata alla teologia ci permette, dopo aver dimostrato la Sua Esistenza, anche di conoscere e affermare qualcosa della Sua Essenza contro ogni forma di Nichilismo teologico (Mosè Maimonide);
4°) segnala che il Tomismo, mediante la distinzione reale tra essenza ed essere negli enti creati e la loro identità nel Creatore, è la miglior confutazione di ogni forma di Panteismo, il quale non distingue la creatura (composta di essenza realmente distinta dall’essere) e il Creatore (la cui Essenza è il suo stesso Essere);
4°) mette in guardia contro i pericoli della filosofia scotista, che nega la distinzione reale tra essenza ed essere nelle creature con tutte le conseguenze filosofico/teologiche che comporta;
5°) mostra pure la continuità filosofica, che dal Nominalismo anti-tomista di Guglielmo Occam giunge sino al Modernismo;
6°) dimostra che Francisco Suarez ha esplicitato gli errori metafisici di Scoto ed aperto la via alla modernità, negando la distinzione reale tra potenza ed atto, e, quindi, tra Ordine Naturale e Ordine Soprannaturale;
7°) dimostra pure che il Rosminianesimo (con l’ideadi essere) è il compimento del Suarezianismo contro il Tomismo, che si basa sull’essere reale;
8°) riassume i capisaldi della filosofia politica tomistica della prima, seconda e terza scolastica;
9°) mette in chiaro la posizione di S. Tommaso riguardo all’Immacolata Concezione di Maria non negata (come si dice comunemente), ma affermata dall’Angelico;
10°) affronta la questione della “premozione fisica” e della “predestinazione al cielo” secondo la dottrina di S. Tommaso interpretata fedelmente da Domingo Bañez e annacquata da Louis de Molina;
11°) indica come anche Platone (con il concetto di partecipazione) e non solo Aristotele sono il fondamento della metafisica dell’essere di S. Tommaso;
12°) inoltre, dopo aver riassunto la dottrina politica della seconda scolastica, mostra il suo valore e la sua attualità di fronte alla modernità politica e teologica;
13°) infine conclude con un’Appendice sulla dottrina tomistica dei rapporti tra Stato e Chiesa presentata magistralmente dal cardinalAlfredo Ottaviani.
Invito a studiare questo testo per avere una panoramica seria e approfondita dei grandi temi affrontati dall’Aquinate nella sua produzione filosofica e teologica.
B. B.
[1] ~ 400 pagine, 22 euro,
sará in vendita dal primo dicembre 2017 
tel. 0763-71 00 69 
ad avvenuta pubblicazione comunicheremo il link per l’acquisto diretto


giovedì 12 ottobre 2017

IL PUDORE E LA MODA

Esiste un bel libretto di 120 pagine, che raccoglie tre scritti di don Dolindo Ruotolo, don Giuseppe Tomaselli e don Enzo Boninsegna intitolatoPudore…se ci sei batti un colpo!” [1] Ne raccomando la lettura e ne porgo qualche riflessione ai lettori.
Don Dolindo Ruotolo
Il primo scritto appartiene a don Dolindo Ruotolo, risale al 1939 e si intitola La moda e il decoro cristiano.
Ostentare il corpo
Giustamente l’Autore, già nel 1939, notava che “i vestiti mostrano troppo spesso la preoccupazione diostentare la carne, e in non pochi casi, tendono più a spogliare che a vestire” (p. 8).
L’Autore metteva in guardia dai vestiti troppo attillati, trasparenti, corti, scollati, che evidenziano troppo il corpo.
La tattica del Comunismo in Spagna (1936-39)
Nel 1939 era appena finita la guerra civile spagnola in cui si erano avuti migliaia di Martiri, che avevano sacrificato la loro vita per testimoniare la Fede. Ora il Comunismo, chiosa don Dolindo, aveva utilizzato in Spagna la tattica di servirsi dell’immodestia e dell’impurità come testa di ariete per abbattere il Cristianesimo: “è storicamente accertato che il bolscevismo spagnolo, prima di iniziare la sua opera di scristianizzazione e di distruzione, reclutò le donne più strafottenti perché preparassero, con la corruzione, la via al Comunismo” (p. 10).
Le donne cristiane che vestono male diventano le collaboratrici del Maligno
Che dire, dunque, di quelle donne che, pur professandosi cristiane, diventano, in pratica, con il modo di vestire le prime collaboratrici di Satana e del Comunismo? “Non si riesce a capire come possano credersi senza colpa grave, quando è chiaro a tutti che le loro esibizioni, inducono a peccati di desiderio” (ivi).
Prima del peccato originale l’uomo, innocente, non aveva bisogno di coprire il suo corpo, in lui tutto era ordinato a Dio, ma dopo il peccato di Adamo Dio, misericordiosamente, lo rivestì. Satana invece cerca, per odio contro Dio, di spogliare la creatura umana, che ha perso l’innocenza e sente la rivolta delle passioni per spingerla più facilmente al peccato e alla dannazione.
La moda spoglia della vera femminilità
La moda moderna ha fatto perdere alle donne e la loro vera femminilità, che consiste nell’essere persone intelligenti, libere, fatte a immagine di Dio, madri e spose, rendendole puri oggetti di concupiscenza. Si capisce, così, il terribile fenomeno del cosiddetto “femminicidio”, diventato quasi abituale oggi, proprio quando il femminismo col pretesto di liberare la donna l’ha degradata e l’ha resa un oggetto da possedere come fosse una semplice cosa da poter anche distruggere se non può essere ottenuta.
Il rispetto umano
Uno dei motivi che spinge le donne sedicenti cristiane a seguire la moda è il rispetto umano o timore di ciò che direbbe la gente qualora si vestisse decorosamente e non secondo i dettami della moda immodesta. Don Dolindo commenta: “Non vogliono apparire diverse, temono di essere prese in giro, non vogliono sembrare fuori dal tempo” (p. 11).
Che male c’è?
Un ritornello ripetuto dalle donne che seguono la moda immodesta e che vorrebbero conciliare Cristo con il Mondo è il seguente: “Che male c’è?”. Don Dolindo commenta: «Un carbonaio, abituato ad avere le mani nere, crede normale la sua sporcizia (non colpevole), mentre le donne che seguono la moda e dicono: “Che male c’è?” dimostrano di avere un cuore già corrotto e una abitudine alla sporcizia morale» (p. 13).
Guai a chi dà scandalo”
Infatti dare scandalo, ossia fare in modo che il prossimo si trovi in occasione di cadere in peccato per il nostro comportamento, è un peccato grave; inoltre i peccati di desiderio, se sono pienamente avvertiti e se vi è materia grave, sono peccati mortali. Ora la moda indecente incita gli altri al peccato contro il 9° Comandamento: “Non desiderare la donna d’altri”, e la materia del 6° e del 9° Comandamento è sempre grave. Quindi la moda indecente spinge oggettivamente gli altri al peccato mortale. Per quanto riguarda lo scandalo Gesù ha detto che sarebbe meglio cavarsi l’occhio o tagliarsi la mano o finire in fondo al mare con una pietra al collo piuttosto che dare scandalo (Mc., IX, 42-47). Don Dolindo commenta: “Le donne che si esibiscono con una moda provocante diventano l’occasione di molti peccati di pensiero e questo è già un male gravissimo” (p. 14).
Trionfo della materia sullo spirito
La moda invereconda è anche il trionfo della materia sullo spirito, è un guardare più al corpo che all’anima, anzi è quasi negare l’anima a favore dei capricci del corpo. Il cardinal Giuseppe Siri diceva: “Più si vede il corpo, meno apparisce l’anima”.
Il corpo mal vestito è un idolo
Don Dolindo paragona coloro che seguono la moda invereconda a chi ruba le anime a Dio, poiché le distoglie da Lui e le concentra nella materia e nel fango. Il corpo mal vestito è simile ad un idolo che cerca di prendere il posto di Dio, come quando gli Ebrei costruirono e venerarono un Vitello d’oro mentre Mosè parlava con Dio sul Monte Sinai (p. 15).
Satana vuol distruggere la somiglianza della creatura femminile con Dio
La donna è una creatura di Dio, fatta a Sua immagine e somiglianza. Ora Satana con la moda immodesta cerca di sfigurarla avvilendo l’immagine divina che si trova il lei e sostituendola con la sua propria immagine resa brutta e ridicola dal trucco eccessivo e dalla moda smodata. Don Dolindo dice alla donna: “Tu sei un capolavoro della creazione, un’opera d’arte di Dio e Satana cerca di profanarti, ricoprendoti di miserie e di brutture. Un trucco troppo appariscente deforma la tua armonia, ti fa perdere la tua vera espressione e diventi ridicola. Gli uomini che pensano a te sognano l’usa e getta e tu neppure lo sospetti. L’ammirazione che fingono per te è puramente sensuale perché non è rivolta alla tua persona, ma al tuo corpo e ti guardano come un oggetto di piacere” (pp. 17-18). Ora il corpo senza l’anima è un cadavere, la persona è un corpo vivificato dall’anima in cui il primato spetta all’anima, che deve essere padrona e dirigere il corpo e non diventare la sua schiava.
Al corpo si apre la tomba, all’anima il Cielo
Inoltre come diceva don Dolindo: “devi pensare che al corpo si apre la tomba e all’anima deve aprirsi il Cielo” (p. 21), mentre Pio XI insegnava: “Quando pensate al vostro abbigliamento, o donne, pensate anche a come vi ridurrà la morte!” (ivi). È insensato curare ciò che si dissolve a detrimento di ciò che permane in eterno.
Don Giuseppe Tomaselli
Il secondo scritto è di don Giuseppe Tomaselli, risale al 1966 e s’intitola Moda Femminile.
Il 9° Comandamento
L’Autore inizia sùbito citando Gesù che ha insegnato: “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt., V, 28). Poi commenta: “Tutti gli sguardi dati a te con malizia sono peccati che si commettono. Tali peccati sono imputabili a chi ti guarda, ma prima di tutto e più di tutto sono imputabili a te, se ne sei la causa volontaria, o donna” (p. 41).
Educazione alla decenza
Per quanto riguarda l’educazione alla decenza don Tomaselli ricorda che “essere troppo tolleranti con una figlia e concederle di fatto la libertà di vestire in modo disonesto, significa favorirne la leggerezza, aiutarla a perdere il naturale senso del pudore, che è la salvaguardia della purezza” (p. 45).
La spiaggia è un luogo preferito da Satana
Uno dei “luoghi preferiti da Satana è la spiaggia nel periodo estivo. Qui l’immoralità dilaga perché il male per la sua enorme diffusione non appare più come male, ma appare normale, qualcosa di lecito e di legalizzato” (p. 47), però non si può ritenere che un abbigliamento indecente in sé diventi lecito perché comune a molte persone.
Sodoma e Gomorra
La Giustizia divina ha fatto cadere dal cielo fuoco e zolfo ed ha distrutto le città corrotte di Sodoma e Gomorra (Gen., XIX, 27-29). Dovrebbe piovere sulle spiagge fuoco e zolfo per incenerire coloro che, immodestamente vestite, vi trascorrono ore e giorni nel peccato e nello scandalo” (ivi).
Attenzione ai cattivi spettacoli
I genitori dovrebbero altresì non permettere ai figli di guardare spettacoli indecenti alla televisione e al cinematografo.
Don Enzo Boninsegna
Il terzo scritto intitolato Ha ancora senso il pudore oggi? È di don Enzo Boninsegna, che lo ha scritto nel 1994.
L’Autore riprende i due scritti di don Dolindo Ruotolo e di don Giuseppe Tomaselli e li aggiorna alle recenti scoperti dell’internet.
L’impudicizia da fenomeno personale a fenomeno di massa
Egli innanzitutto nota che lo scritto di don Dolindo risaliva al 1939 e si rivolgeva ad alcune singole donne (che non erano ancora la maggioranza), le quali calpestavano il pudore, non essendo ancora divenuta, allora, l’impudicizia un fenomeno di massa; mentre lo scritto di don Tomaselli del 1966 si rivolgeva già a tutta la società in quanto la cattiva moda iniziava a diffondersi sempre di più perché si era alle porte della “Rivoluzione studentesca” del Sessantotto, che ha stravolto, tramite la cattiva moda, la musica e l’impudicizia le menti dell’uomo contemporaneo.
Oggi siamo in un diluvio di impudicizia
Don Enzo Bonisnegna commenta: “da male prevalentemente personale qual era nella generazione precedente [1939], è diventato, al suo tempo, [1966] un male sociale. Oggi, 28 anni dopo lo scritto di don Tomaselli siamo andati ben oltre il livello di guardia, siamo in piena alluvione. In molti senza-Dio di ieri tutto era morto, ma il pudore no. In molti cristiani di oggi il pudore non è morto e non può morire per la semplice ragione che non è mai nato. I tempi di don Ruotolo, di don Tomaselli e il nostro tempo: tre epoche, tre generazioni, tre diversi livelli del problema. Nella prima di queste generazioni (1939) la spudoratezza era una bambina un po’ timida che si affacciava alla ribalta; nella seconda (1966) si era già fatta adulta e un po’ troppo arrogante; nella terza, oggi (1994), si è fatta assassina del pudore” (pp. 53-55).
Il piano massonico di distruggere il Cristianesimo mediante la corruzione morale
Don Boninsegna attribuisce, giustamente, alla massoneria il piano della corruzione del pudore. Infatti secondo la setta segreta: “la religione non teme la punta del pugnale, ma può cadere sotto il peso della corruzione. Non stanchiamoci, quindi, di corrompere. Rendiamo popolare il vizio nelle moltitudini. Rendete i cuori viziosi e non avrete più cristiani” (p. 81).
Don Boninsegna commenta: “con la persecuzione la Chiesa dà il meglio di sé e produce i martiri, mentre la corruzione produce degli smidollati e fa marcire. Lo scopo della Massoneria, dunque, è fin troppo chiaro e, i figli della Massoneria, il Comunismo ateo e il Capitalismo selvaggio, hanno individuato nella corruzione la via migliore per giungere allo scopo: la sparizione della Fede, l’eliminazione della Chiesa e l’asservimento dell’umanità” (ivi).
Sempre secondo il piano massonico occorre iniziare a corrompere la donna e la moda invereconda è un mezzo potentissimo per ottenere ciò. Don Bonisnsegna cita le altre consegne della Massoneria: “la prima conquista da fare è la conquista della donna, che deve essere liberata dalle catene della Chiesa e della Legge. Per abbattere il Cristianesimo occorre cominciare col sopprimere la dignità della donna: la dobbiamo corrompere come dobbiamo fare con la Chiesa” (p. 83).
Il “femminicidio”
Per quanto riguarda il problema della violenza sulle donne don Bonisnegna afferma che “da anni si assiste ad un crescendo vertiginoso di stimoli e di provocazioni [specialmente mediante la moda] all’istinto sessuale. Certo, questo non giustifica chi fa violenza alle donne, ma aiuta a capire” (p. 108).
Egli fa un esempio molto semplice: “Mangiare un buon pranzo davanti a dei poveri affamati, con la speranza che se ne stiano lì buoni, a guardare, senza tentare d’impadronirsi di quel ben di Dio da loro tanto desiderato è pura illusione. Non è forse prevedibile che davanti alle continue provocazioni che la moda odierna ci regala qualcuno non molto equilibrato esploda in atti di violenza sulle donne?Ma chi aggredisce è solo l’ultimo anello di una catena di responsabili, che hanno lavorato a fare del sesso il ‘dio’ del nostro tempo” (p. 108).
Don Enzo porta l’esempio di Alessandro Serenelli, che uccise S. Maria Goretti. Egli ha raccontato in tribunale che leggeva giornali illustrati con figure provocanti e le esponeva in camera sua. La madre di Maria Goretti non voleva che i suoi figli entrassero in quella camera per non dover vedere quelle immagini. Alessandro era un ragazzo un po’ difficile, ma non totalmente guasto: egli andava a Messa tutte le domeniche, recitava il Rosario tutti i dì, eppure fu accecato dalla passione ispiratagli dalle immagini indecenti, come lui ha raccontato, e uccise Maria che non volle concedersi alle sue brame. Oggi purtroppo i genitori mettono la televisione nelle camere dei loro figli, regalano loro gli smartphone e li rendono 100 volte più pericolosi di Serenelli.
L’ammonimento di San Paolo
Quanto alla fornicazione e a ogni specie d’impurità… per queste cose l’ira di Dio piomba su coloro che Gli resistono” (Efes., V, 3-6); “Fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi… cose tutte che attirano l’ira di Dio su coloro che disobbediscono” (Col., III, 5-6).
I rimedi:
Voler capire
Non si cerca un rimedio ad un male che non c’è o non si vuol vedere. Don Enzo ci incita: la prima cosa da fare, dunque, è aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà così com’è e non come appare a noi. “Fin che il cuore dell’uomo è terra bruciata (e tale resterà sino a che vi regna l’impurità) dalle passioni insane nessuna semina darà buon frutto. Quante iniziative e quanti piani partorisce la Chiesa da alcuni decenni… eppure i frutti non si vedono perché il cuore dei giovani è già occupato dal vizio e non c’è più posto per Dio” (p. 112).
Non rassegnarsi
Sarebbe ingenuo aspettarsi grandi risultati oggi e a breve termine, ma anche una sola anima salvata è molto (p. 113).
Preghiera e penitenza
Gesù ci ha insegnato: “Questa razza di demoni si scaccia solo con la preghiera e il digiuno” (Mt.,XVII, 21). Inoltre occorre parlare in predica e in famiglia della virtù della purezza. “Il silenzio riguardo alla purezza è un silenzio impuro” (S. Teresa di Calcutta).
Conclusione
Come si vede la moda esercita un grande potere sugli uomini feriti dal peccato originale. Ora, se vogliamo andare in Cielo, educare bene la gioventù e vivere in una Società sana, dobbiamo prendere molto sul serio il problema della moda e del pudore. È inutile farsi illusioni: una moda indecorosa corrompe le anime, le porta all’inferno, porta il caos e l’anarchia violenta nella Società, brucia la gioventù e distrugge la famiglia. Quindi, se vogliamo veramente vivere da cristiani in una Società cristiana, dobbiamo fare molta attenzione al problema del pudore e della moda.
Gli scritti dei tre Autori possano illuminare le menti dell’uomo contemporaneo e la grazia di Dio possa rafforzarlo sulla via del bene e dargli il coraggio di fuggire il male.
d. Curzio Nitoglia

[1] – Per ordinazioni rivolgersi a Don Enzo Boninsegna, via San Giovanni Lupatoto, n. 16, 37134-Verona; tel. 045. 820. 16. 79; cell. 338. 990. 88. 24

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